@article{puglia_2014,
title={Verso un'archeologia tematica: lo sguardo delle cose},
volume={Vol 4},
DOI={10.13125/2039-6597/1118},
abstractNote={Questo testo si interroga sul contributo che le teorie di Warburg possono dare alla tematologia; e lo fa soprattutto in concreto, attraverso la discussione di materiale storico-letterario. L'autore ipotizza che la rappresentazione letteraria degli oggetti non-inerti sia avvenuta, nel fantastico ottocentesco e novecentesco, anche attraverso l'uso di costanti spaziotemporali e di formule figurative ricorrenti. Egli scrive che se di queste costanti e di queste formule, che possono essere considerate come dei loci communes, viene esaminato non tanto l'aspetto linguistico quanto l'aspetto iconico o immaginativo, esse finiscono per assomigliare alle Pathosformeln, a temi in movimento. Attraverso l'esempio di un testo canonico come Berenice, l'autore illustra le caratteristiche di base di questa sorta di retorica immaginativa. In seguito mostra come l'immagine dello sguardo delle cose, che di questa retorica farebbe parte, migri nel Novecento anche in testi non letterari e soprattutto nella teoria psicoanalitica di Lacan. Sulla base delle proprie argomentazioni e dei dati raccolti, egli propone, infine, un approccio archeologico allo studio dei temi.Keywords: Teoria della letteratura, Tema, Thing Theory, Fantastico},
publisher={Università degli Studi di Cagliari},
author={Puglia, Ezio},
year={2014},
month={Feb}
}