[Il cambiamento delle culture politiche in Italia] release_rev_4948a3bd-6dde-4aa8-a699-d73b72f2f2d2

by Antonio Floridia

Released as a article-journal .

1996  

Abstract

The paper proposes, in a non-systematic ways, a discussion of some issues that may be the subject of a new phase of research on the subject of political culture in Italy. First, it addressed the issueof the persistence of territorial differentiation of the political culture in Italy: are still valid those interpretative categories that featured a long period of studies on this issue? The interplay between general and nifying trends and persistence of a territorial political culture is then analyzed, taking as an example the case of the electoral success of the Five Star Movement. Finally, it discusses the transformation of the political culture in Tuscany, one of the "red regions" where the ideal-typical model of "territorial political subculture" has emerged historically in a form almost "pure". Is this model still valid? and what are the changes that have occurred? 1. L'obiettivo di queste note è quello di proporre, in modo non sistematico, alcuni temi di riflessione che possano contribuire ad una nuova stagione della ricerca teorica e empirica sulla cultura politica in Italia e sul senso delle sue trasformazioni. Quelli che vorremmo porre sono alcuni interrogativi radicali sulle "domande giuste" che una ricerca su questi temi oggi riteniamo debba proporsi. Naturalmente, non occorre qui ricordare quanto centrale sia stato questo tema nell'ambito della ricerca sociologica e politologica sul nostro paese. Fino agli inizi degli anni Novanta, il quadro teorico-ma poi anche i discorsi correnti, sulla stampa o nel "senso comune" dei settori più colti dell'opinione pubblica-presentavano una singolare ambiguità. Da una parte, vi era una riflessione che puntava fortemente sull'articolazione territoriale delle culture politiche (al plurale), ed è stato-com'è ben noto-un filone di studi di grande qualità e rilevanza, che ha contribuito non solo alla conoscenza delle subculture politiche territoriali, ma anche a quella del complessivo "equilibrio" (o "squilibrio") dello sviluppo italiano 1. Dall'altra parte, mentre proseguiva una tradizione di analisi, più o meno di maniera, sul "carattere degli italiani" 2 , su un piano politologico si proponevano analisi fondate invece 1 Testi fondativi di questo filone di studi sulla società e sulle diverse aree regionali italiane sono stati il lavoro di Arnaldo Bagnasco sulle Tre Italie (1977) e quello di Carlo Trigilia su Grandi partiti e piccole imprese (1986). Negli anni successivi, numerosi studi sociologici e politologici si sono misurati su questo terreno, cercando di cogliere i mutamenti che caratterizzavano le due grandi aree "subculturali" del nostro paese, quella "rossa" (o dell'"Italia di mezzo", come più correttamente la definiva Ramella 2005), con i lavori di Caciagli (1990, 2009) e Caciagli-Baccetti (1992); e quella del Nord-Est, un tempo "bianca", e a lungo invece segnata dal "verde" dell'egemonia politica e culturale della Lega Nord (Diamanti
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Type  article-journal
Stage   unknown
Year   1996
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