@article{molendini, title={La carriera delle donne nella scienza: affrontiamo il problema}, abstractNote={Ho accettato con molto entusiasmo la proposta dell'Associazione Donne e Scienza, anzi della rete di donne che ormai si è costituita a Lecce, a sostenere, come consigliera di parità, l'impegno di questo importantissimo convegno per diverse ragioni. L La a s st to or ri ia a d de el ll le e d do on nn ne e n ne el ll la a c cu ul lt tu ur ra a e e n ne el ll la a v vi it ta a c ci iv vi il le e è è s st ta at ta a u un na a s st to or ri ia a d di i e em ma ar rg gi in na az zi io on ne e.. Basta ricordare che ancora all'inizio del XX secolo, in molti paesi europei, alle ragazze era precluso l'accesso alle università ed anche ai licei. Perciò le donne, escluse dalle università, escluse dall'educazione scientifica, sono emerse là dove potevano emergere. Così è sorto il pregiudizio secondo cui le donne sarebbero più adatte alle materie letterarie e linguistiche che non a quelle scientifiche. Le stesse ragazze crescono in mezzo a questi pregiudizi e se ne lasciano influenzare e scelgono scuole ad indiriz-zo umanistico o le facoltà umanistiche anche contro le loro naturali inclinazioni, contribuendo così a rafforzare i pregiudizi stessi. Persistono ancora molte aree in cui i il l g ge en nd de er r g ga ap p è è m mo ol lt to o e ev vi id de en nt te e: nelle aree scien-tifiche la presenza delle donne è piuttosto marginale rispetto a quella degli uomini e la differenza, probabilmente, consiste nel diverso significato attribuito all'investi-mento nello studio. Eppure, oggi, possiamo registrare una progressiva crescita della componente fem-minile nei percorsi scolastici considerando che il 56% degli/delle iscritti/e ai corsi di laurea è costituito da donne. E sono proprio le studentesse che hanno i migliori curricula formativi e i migliori esiti: il 65,5% dei laureati con lode è composto da donne che si laureano anche in minor tempo. Purtroppo, però, pur essendo più brave a scuola e all'Università, ai vertici econo-mici, politici, culturali-cioè nei luoghi delle decisioni-restano sempre gli uomi-ni, perché ci sono ancora vecchie e limitate visioni che non consentono alle donne di superare il s so of ff fi it tt to o d di i c cr ri is st ta al ll lo o, quella barriera che segna i confini dei luoghi del potere. Basti pensare all'ultima provocazione di Lawrens Summers, rettore dell'Università di Harvard che, prendendo la parola al Centro Nazionale per la ricerca, ha esordi-to dicendo che le donne non hanno la stessa abilità degli uomini in molte discipli-[ [ 17 ] ] I In nt tr ro od du uz zi io on ne e}, author={Molendini} }